Gli auguri di Natale di don Simone | Stampa |
Scritto da Redazione Toscana   
Venerdì 21 Dicembre 2018 15:00
Carissime consorelle, carissimi confratelli,

anche in questi giorni di festa il nostro impegno verso il prossimo non verrà meno e sarà sempre puntuale ed adeguato alle esigenze: di questo subito vi ringrazio, perché so quanto sacrificio comporti, ma anche quanta gioia e gratitudine dia ciò che facciamo.
L’arrivo del Natale riaccende poi ogni anno nel nostro cuore i sentimenti più belli e necessari. Fa emergere la fame di ciò che veramente conta, rendendo – si spera – più chiaro ciò di cui non si può più fare a meno. Ed in questo tempo così nervoso e fumoso, in cui le differenze diventano divisioni, l’attenzione all’altro sembra condannata, e dove si ha addirittura l’obiettivo distruggere la povertà ed il povero, perché di inciampo ad uno schizofrenico e fantomatico programma da attuare, prendo spunto dalle provvidenziali parole di Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Pace, che si celebra ogni anno il 1° gennaio.
Il Pontefice ci dice che la politica è un bene necessario a tutti, perché, come dice la parola stessa, tende ad essere a servizio del bene del popolo, di tutto il popolo, sapendo ascoltare ogni istanza e dando dignità ed importanza a tutti ed ognuno. E nel servizio preziosissimo ed indispensabile che facciamo ogni giorno per la gente, il “dovere politico” è a mio avviso tra i fondamentali che una consorella ed un confratello devono riscoprire e rendere sempre più esemplare nel proprio operato. Dovere politico non inteso come appoggio partitico, ma come attenzione reale e profonda per gli uomini e le donne che incontriamo ogni giorno, sapendo assicurare il bene e la serenità di chi si rivolge a noi con fiducia.

Ecco alcuni estratti del discorso del Papa:
“La politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo”, ma “quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione”. La buona politica così “è al servizio della pace; essa rispetta e promuove i diritti umani fondamentali, che sono ugualmente doveri reciproci, affinché tra le generazioni presenti e quelle future si tessa un legame di fiducia e di riconoscenza”. Per il successore di Pietro la "buona politica", poi, “promuove la partecipazione dei giovani e la fiducia nell’altro”. Infatti “quando l’esercizio del potere politico mira unicamente a salvaguardare gli interessi di taluni individui privilegiati, l’avvenire è compromesso e i giovani possono essere tentati dalla sfiducia, perché condannati a restare ai margini della società, senza possibilità di partecipare a un progetto per il futuro”. Così ognuno può apportare la propria pietra alla costruzione della casa comune”. E questo vale soprattutto nei tempi odierni, caratterizzati da “un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi, e si manifesta purtroppo anche a livello politico, attraverso atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno”. Ecco quindi, rimarca il vescovo di Roma, che “oggi più che mai, le nostre società necessitano di 'artigiani della pace' che possano essere messaggeri e testimoni autentici di Dio Padre che vuole il bene e la felicità della famiglia umana”.
Papa Francesco ribadisce il “No alla guerra e alla strategia della paura” e riafferma che “l’escalation in termini di intimidazione, così come la proliferazione incontrollata delle armi sono contrarie alla morale e alla ricerca di una vera concordia. Il terrore esercitato sulle persone più vulnerabili contribuisce all’esilio di intere popolazioni nella ricerca di una terra di pace. Non sono quindi sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza”. “Va invece ribadito – puntualizza inoltre Papa Francesco - che la pace si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è stato affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate. La pace è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani. Ma è anche una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno. La pace è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni in dissociabili di questa pace interiore e comunitaria”.
La prima di queste tre dimensioni è la pace con sé stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza e, come consigliava San Francesco di Sales, esercitando 'un po’ di dolcezza verso sé stessi', per offrire 'un po’ di dolcezza agli altri'. La seconda è la pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente.... La terza infine è la pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire”.

Auspico che ognuno possa cercare nel proprio cuore e nella propria coscienza queste ineluttabili verità, perché possano diventare un’esemplare stile di vita per gli altri confratelli e per la popolazione.

Auguro inoltre di cuore a voi e ai vostri cari un sereno Santo Natale nel Signore ed un felice anno nuovo, con una preghiera ed un pensiero particolare per chi vive situazioni personali o familiari di sofferenza, dolore e lutto. Possa il Signore ricompensarvi con la sua consolante presenza, sapendo di poter contare sulla mia vicinanza e preghiera.
Grazie per ciò che fate e per come lo fate.

Iddio ve ne renda merito. Buon Natale e Buon Anno.
 
Il Correttore e confratello don Simone